La storia del Duomo

Cappella dei Gallieri

Dalla cappella del Corpus Domini si accede alla Cappella dei Gallieri, posta alla base del campanile, e intitolata a San Giovanni Battista decollato. Gli affreschi che decorano la Cappella furono realizzati per volontà testamentaria di Guglielmo Gallieri tra il 1414 e il 1418, il maestro è ignoto. Il tema del prezioso ciclo affrescato è costituito dalle Storie di San Giovanni Battista, svolto in diciotto scene; ha inizio nella lunetta della parete opposta all’ingresso con il frammento de L’annuncio dell’angelo a Zaccaria e La visitazione di Maria a Elisabetta. Seguono nella lunetta della parete destra La nascita del Battista e La circoncisione. La lunetta della parete d’ingresso raffigura il giovane San Giovanni penitente nel deserto e La predicazione. Nella lunetta successiva vi è la grande finestra circolare con gli stemmi dei Gallieri; le scene proseguono nel registro inferiore, sorrette da travetti prospettici come già le raffigurazioni delle lunette, e hanno inizio nella parete opposta all’ingresso con Giovanni che battezza i penitenti nel Giordano e La richiesta a Giovanni se sia lui il Cristo. Nella parete destra La presentazione del Messia e nella nicchia Il Battesimo di Gesù e Il rimprovero di Giovanni a Erode e ancora sulla parete L’imprigionamento del Battista. Nel sottarco dell’ingresso sono dipinti: Il Battista che dal carcere manda due inviati a Cristo per sapere se è lui il Messia (uno dei due inviati, quello con appeso alla cintura un sacchetto di monete è tradizionalmente riconosciuto come il committente della Cappella: Guglielmo Gallieri) e La risposta di Gesù agli inviati. Al di sopra dell’ingresso è dipinta l’iscrizione che ricorda il fondatore della cappella, si prosegue sulla parete dell’ingresso con Il banchetto di Erode; sulla parete sinistra il ciclo si conclude con La decollazione del Battista e La sepoltura. Nei pennacchi, affacciati da finestre gotiche, compaiono otto personaggi dell’Antico Testamento; altri venti personaggi biblici, profeti, re e patriarchi sono affrescati alla base del ciclo che si conclude con un velario.

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