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Settembre

agosto '12

Omelia Mons. Crociata: "Celebrare con voi la festa della Madonna delle grazie nel Duomo di Chieri è per me motivo di grande gioia. Una gioia accresciuta dalla felice circostanza, pro-prio di questi giorni, dell‟inizio del ministero di parroco di mons. Mauro Rivella. Lo ringrazio vivamente dell‟invito, perché mi consente di partecipare a un momen-to importante per lui e per la vostra comunità. In questi ultimi anni – solo una parte di quelli che egli ha trascorso nella segreteria generale della CEI – abbiamo collabo-rato intensamente con don Mauro. E mi è facile e gradito ribadire..." continua

Discorso funzione Votiva della Salve: "Siamo qui raccolti rinnovando un atto di fede e di devozione che – ripetendosi nei secoli anno dopo anno – ci inserisce nel grande flusso della storia e della vita della nostra città. Le generazioni che ci hanno preceduto hanno voluto costruire questa chiesa al centro della..." continua

Benvenuto don Mauro: "Il grazie di tutta la comunità parrocchiale del Duomo va a Te, o Signore, perché ci hai radunati attorno a Te in questo giorno di festa, a celebrare l’Eucaristia insieme al nostro nuovo..." continua

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La comunità ti saluta...

luglio '12

Signore,

al termine di questa eucaristia vogliamo ringraziarTi e presentarTi il cammino che in questi anni la nostra comunità del Duomo ha compiuto.

Grazie allo sguardo profetico di don Dario sono stati gettati tanti semi che sono germogliati e sono diventati segni visibili del Tuo Regno.

La comunità è cresciuta in quantità e qualità perché l’obiettivo è sempre stato l’evangelizzazione, che si è espressa attraverso l’approfondimento della Parola, la cura della catechesi, la sensibilità e il riconoscimento verso il mondo giovanile. Grazie alla collaborazione con le Figlie di Maria Ausiliatrice, i  Salesiani e con i Gesuiti per la gestione di San Carlo, si è data una risposta significativa a quella che oggi si chiama “emergenza educativa”, offrendo possibilità di incontro, di dialogo, di formazione, di servizio, di gioco e di attività sportiva a tanti giovani, ragazzi e bambini.

Grande attenzione è stata data alle diverse povertà che quotidianamente hanno bussato alla porta (del suo ufficio), agli anziani, ma soprattutto alle famiglie: tante di loro si sono sentite accolte, benvolute, coinvolte e per questo si sono riconosciute come ricomincianti nella fede.

O Signore, con don Dario e grazie a don Dario si è realizzato molto. Tanti di noi lo hanno conosciuto giovane prete e lo hanno visto crescere e fortificarsi nella sua vocazione. Dario è davvero un uomo di Dio, che si realizza nel suo essere prete, appassionato di Te, Signore, e degli uomini, che spesso ha avvicinato attraverso le sue omelie domenicali, sempre profondamente sentite e autenticamente vissute.

Se pensiamo a lui ci vengono in mente un’idea e un’immagine: la “perfetta letizia” di San Francesco e la “matita di Dio” di Madre Teresa, due guide che don Dario ha sempre seguito per costruire questa Chiesa impastata di umanità.

Siamo sicuri di non perdere l’uomo, l’amico, il fratello, il compagno di viaggio, il padre spirituale. Cambiamo la guida, ma non la direzione, perché siamo uniti nel cammino verso di Te.

Grazie, Signore!

A te, don Dario, per dirti grazie per quello che sei, quello che sei stato e  quello che sarai, la comunità ti fa dono di questa casula, simbolo del tuo essere uomo di Dio tra gli uomini.

saluto di don dario

luglio '12

Carissimi amici e amiche del Duomo,

desidero che vi arrivi questo foglio dopo l’annuncio circa la mia partenza dato in chiesa il 1° luglio e comunicato ufficialmente ai consigli parrocchiali la sera del 26 giugno.

Mi sembra di aver sempre comunicato con un rapporto diretto ed è bene che provi ad arrivare a tutti per provare a spiegare  come muove i suoi passi questa Chiesa che oggi più che mai vede i suoi preti sempre più in movimento.

 Ci sono stati, a partire da aprile scorso, alcuni colloqui con il nostro Arcivescovo e il Vicario generale della diocesi, dove, tra tutte,  si è valutata anche la mia eventuale disponibilità ad un nuovo incarico. Ho accettato come accetta uno che, cosciente sei suoi limiti, cerca comunque di dare testimonianza su cosa voglia dire oggi essere discepoli di Cristo in un mondo sempre più autocentrato e che pensa spesso solo per sé. Più di 8 anni fa non ho scelto di venire qui, ma la Provvidenza mi ha fatto questo regalo. Ora porto con me questa ricchezza. Posso realmente dire che mi avete aiutato a crescere, che siamo cresciuti insieme. L’incontro con voi mi ha cambiato. Rimane un’impronta, uno stile, uno sguardo che non si modificherà mai col tempo … ma davvero la vostra bontà, i vostri atteggiamenti e la vostra carica affettiva unita a quella del Signore mi ha fatto crescere. E di questo non smetterò mai di ringraziare il Dio della vita.

 Anni fa ho conservato alcune parole d’amicizia che provo a consegnarvi:“Le nostre strade si separano, ma non i nostri cuori. E qualunque cosa tu faccia io non potrò mai dimenticare la strada fatta insieme, l’aiuto e la condivisione tra me e te. Tu sei stato per me una benedizione e un amico. Adesso tu va per la tua strada e io andrò per la mia. Dovunque andrò tu ci sarai. E dovunque ci sarò tu ci sarai. Perché hai lasciato segni, tracce, orme di te in me. E’ difficile per me lasciarti andare; è difficile dirti: “Vai”. Ed è per me difficile dirmi: “Vado”. Ma è importante che sia così. E’ importante accettare che tutto inizi e che tutto finisca. E’ importante accettare che per imparare a stare insieme bisogna imparare anche a lasciarsi quando verrà il momento e l’ora”. L’amore è questo: “Voglio che tu viva al massimo delle tue possibilità. Non importa se te ne andrai; non importa se sceglierai qualcun altro a me; non importa se farai scelte diverse dalle mie; non mi importa se dovrò un po’soffrire perché a te ci tengo tanto. Ma se per te questo ti fa vivere, sia così!”.

      Vi confesso che mi sento anche parecchio rappresentato in questo racconto:

Un uomo un giorno trovò una volpe. Era in fin di vita, ferita da dei cacciatori. L’uomo se ne prese cura e dopo vari mesi miracolosamente la volpe guarì. La volpe era molto grata a quell’uomo: erano diventati perfino amici. Anzi la volpe era diventata la migliore amica di quell’uomo. Ma la volpe guardava ogni giorno fuori dalla finestra: era il richiamo del bosco, ma come poteva lasciare quell’uomo che le aveva dato la vita? In fin dei conti non stava male lì, anzi, ma non era quella la sua casa. L’uomo vedeva la scena tutti i giorni e notava nella volpe la nostalgia del bosco. D’altra parte era molto affezionato a lei, ed erano molti mesi che vivevano insieme. Un giorno, però, si decise: la portò nel bosco e gli disse: “Vai, segui il tuo richiamo!”. La volpe lo guardò un’ultima volta e se ne andò. Non la rivide mai più e soffrì molto di questa separazione. Quando raccontò il fatto ad un suo amico, questi gli disse: “Ma perché l’hai fatto?”. E lui rispose, semplicemente: “Per amore”.

Aggiungo io, “per amore di Cristo e della sua Chiesa”.

Vedete, nel nostro cammino di questi anni mi è sembrato di aver sottolineato la centralità della Parola di Dio. La Parola apre il cuore, tocca la mente, ci dona percorsi belli e affascinanti, anche se alcuni a volte ci sembrano difficili, la Parola spalanca gli orizzonti …; ed è proprio nello spirito della fede che ho detto si a questa richiesta di disponibilità, sentendo tutto lo strappo che potete immaginare da una comunità parrocchiale che ho amato, che amo e da cui mi sento amato. La realtà della Chiesa oggi è una realtà che ha fortemente bisogno di profezia, che ha bisogno di scelte significative, a volte neanche facili da capire. Ci sono degli strappi, e si sentono.  Mi viene incontro proprio la Parola: vorrei totalmente ritrovarmi nelle espressioni di S. Paolo (prima lettera ai Corinzi) “Quando son venuto tra voi, fratelli, per farvi conoscere il messaggio di Dio, l’ho fatto con semplicità, senza sfoggio di parole piene di sapienza umana. Avevo infatti deciso di non insegnarvi altro che Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi debole, pieno di timore e di preoccupazione. Vi ho predicato e insegnato non con abili discorsi di sapienza umana. Era la forza dello Spirito a convincervi … la vostra fede non è fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”.

 C’è ancora un altro passo che sento profondamente mio. Lo prendo dalla prima lettera ai Tessalonicesi e ve lo consegno: “così affezionato a voi avrei desiderato darvi non solo il Vangelo di Dio, ma la mia stessa vita, perché mi siete diventati cari…”.

Ringrazio l’Arcivescovo per l’attenzione prestata a questa comunità ed espressa nell’inviare a voi ben due preti: il nuovo parroco don Mauro Rivella e il viceparroco don Giovanni Manella, non è cosa da poco in tempi in cui a parecchi preti viene chiesto di assumere più incarichi.

 Vorrei ora di cuore dunque condividere con voi un paio di appuntamenti: la festa finale dell’estate ragazzi venerdì sera 20 luglio come segno di un’attenzione particolare riservata al mondo giovanile e soprattutto la celebrazione eucaristica di domenica 22 luglio alle 11 per metterci di fronte al Signore per affidargli i nostri rispettivi cammini.

 Mi affido alla vostra preghiera.

                                                                     con affetto profondo e immensa gratitudine

                                                                                                don Dario

  

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