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Pentecoste.
giugno '11
Affidarsi allo Spirito.
Affidarsi allo Spirito significa riconoscere
che in tutti i settori arriva prima di noi,
lavora più di noi e meglio di noi;
a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo,
ma anzitutto riconoscerlo,
accoglierlo, assecondarlo, seguirlo.
Anche nel buio del nostro tempo,
lo Spirito c'è e non si è mai perso d'animo:
al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge,
arriva là dove mai avremmo immaginato …
(Carlo Maria Martini)
Maria donna coraggiosa
maggio '11
Santa Maria, donna coraggiosa, alcuni anni fa in una celebre omelia pronunciata a Zapopan nel Messico, Giovanni Paolo II ha scolpito il monumento più bello che il magistero della Chiesa abbia mai elevato alla tua umana fierezza, quando disse che tu ti presenti come modello «per coloro che non accettano passivamente le avverse circostanze della vita personale e sociale, né sono vittime dell'alienazione».
Dunque, tu non ti sei rassegnata a subire l'esistenza. Hai combattuto. Hai affrontato gli ostacoli a viso aperto. Hai reagito di fronte alle difficoltà personali e ti sei ribellata dinanzi alle ingiustizie sociali del tuo tempo. Non sei stata, cioè, quella donna tutta casa e chiesa che certe immagini devozionali vorrebbero farci passare. Sei scesa sulla strada e ne hai affrontato i pericoli, con la consapevolezza che i tuoi privilegi di Madre di Dio non ti avrebbero offerto isole pedonali capaci di preservarti dal traffico violento della vita.
Perciò, Santa Maria, donna coraggiosa, tu che nelle tre ore di agonia sotto la croce hai assorbito come una spugna le afflizioni di tutte le madri della terra, prestaci un po' della tua fortezza. Nel nome di Dio, vendicatore dei poveri, alimenta i moti di ribellione di chi si vede calpestato nella sua dignità. Alleggerisci le pene di tutte le vittime dei soprusi. E conforta il pianto nascosto di tante donne che, nell'intimità della casa, vengono sistematicamente oppresse dalla prepotenza del maschio.
Ma ispira anche la protesta delle madri lacerate negli affetti dai sistemi di forza e dalle ideologie di potere. Tu, simbolo delle donne irriducibili alla logica della violenza, guida i passi delle "madri-coraggio" perché scuotano l'omertà di tanti complici silenzi. Scendi in tutte le "piazze di maggio" del mondo per confortare coloro che piangono i figli desaparecidos. E quando suona la diana di guerra, convoca tutte le figlie di Eva perché si mettano sulla porta di casa e impediscano ai loro uomini di uscire, armati come Caino, ad ammazzare il fratello.
Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio. E se ci sfiora la tentazione di farla finita perché non ce la facciamo più, mettiti accanto a noi. Siediti sui nostri sconsolati marciapiedi. Ripetici parole di speranza.
E allora, confortati dal tuo respiro, ti invocheremo con la preghiera più antica che sia stata scritta in tuo onore: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Così sia.
(Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni, ed. San Paolo)
Maria Ausiliatrice: l'aiuto di cui abbiamo bisogno
maggio '11
"Il 24 maggio è la sua festa. A lei don Bosco ha dato la ‘maternità’ di tutto quello che lui ha fatto!.
Se è l’aiuto dei cristiani, o meglio ancora l’aiuto dei credenti (visto che anche i mussulmani le vogliono un gran bene! Maria è una delle presenze più importanti e venerate nel corano) sicuramente lei non mancherà di darci una mano per far sì che la tavola a cui ci sediamo per cena ogni sera diventi una profezia di comunione.
Non so quanti continenti o nazioni riesce a contare ciascuno a casa sua quando si siede attorno al ‘pane quotidiano’. Ma son sicuro che nessuno rimanda al mittente l’aiuto che ci viene da Lei, perché di comunione siamo sempre un pò a corto.
Abbiamo bisogno del vino di Cana, Maria, perché l’aria di festa non è sempre di casa attorno a quella tavola, e si finisce di alzare il volume della televisione per anestetizzare tensioni e silenzi imbarazzanti.
Mettici nel cuore la nostalgia di quell’ebbrezza che viene dall’accoglierci per davvero l’un l’altro come figli e figlie, fratelli e sorelle, come tu sei verso ciascuno di noi. E se questo costa, se è un bene che si paga col prezzo alto del perdono, è perché ne vale la pena. É il valore della nostra verità, di quello che siamo per davvero." "
(da una lettera di don Silvio Roggia sdb missionario in Ghana)