Battistero
II Battistero è uno scrigno che conserva numerosi tesori artistici e, nello stesso tempo, ricopre i resti che testimoniano l'antico culto cristiano. L'attuale edificio, a pianta ottagonale, venne costruito in due fasi: dapprima ai tempi del vescovo Landolfo (XI sec., stile romanico), e successivamente sopraelevato quando venne ricostruito il Duomo (1405-1436, stile gotico). La parte bassa della muratura, più antica, ha alcuni tratti a «spina di pesce», col riutilizzo di mattoni provenienti da edifici di epoca romana. Entrando nel Battistero, il visitatore è subito colpito dallo splendido ciclo di affreschi che orna la fascia alta delle pareti. Rappresenta la «Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo San Giovanni» ed è opera del pittore chierese Guglielmetto Fantini, che la affrescò verso il 1435. Partendo dalla Resurrezione di Lazzaro, e muovendo verso destra, abbiamo le seguenti scene: L'ingresso di Gesù in Gerusalemme, L'ultima cena, La lavanda dei piedi, Giuda riceve i trenta denari, L'orazione nel Getsemani, II bacio di Giuda, Gesù davanti ad Anna, Gesù davanti a Caifa, Gesù davanti a Pilato, La flagellazione, Gesù davanti ad Erode, L’incoronazione di spine, Pilato che si lava le mani, La crocifissione. Sotto la grande scena della Crocifissione, si trova la Pala Tana, che deve il nome al chierese Tommaso Tana, cavaliere gerosolimitano morto a Rodi nel 1503. Fu dipinta da Francesco Berglandi e Gomar Davers: lo scomparto centrale rappresenta la Natività, tra i Santi Giovanni Battista e Tommaso apostolo. In alto, la Madonna col Bambino tra San Gerolamo e San Giorgio; lungo la predella, Cristo e i Dodici Apostoli. Davanti all’altare si ammira una statua in terracotta di pia donna (XV sec.), proveniente da un «Compianto sul Cristo morto». Sul lato opposto, il fonte battesimale in pietra valdostana, datato 1503, con lo stemma dei Tana (famiglia chierese che ebbe il patronato del Battistero). Dietro al fonte battesimale, l'«Armadio degli oli» e, in alto, una vetrata di scuola francese che rappresenta il Battesimo di Gesù (1875-80). Sulla sinistra, la statua della Madonna del Melograno, fino al 1981 sulla facciata del Duomo e poi rimossa e sostituita con una copia per preservarla dal degrado. Di pregevolissima fattura, è opera di uno scultore ignoto di area franco-fiamminga e risale ai primi anni del '400. Un'apertura nel pavimento conduce al sito archeologico del Battistero; qui gli scavi, condotti negli anni '60 e in epoche successive, portarono alla luce tracce di una prima occupazione risalente al I sec. a.C., seguite dalla costruzione di un'abitazione e poi di un magazzino. Sui resti di queste strutture, fin dalla fine del V sec., si estese un cimitero paleocristiano. Le sepolture durarono fino al X sec., poi in epoca landolfiana venne costruito un nuovo edificio, il Battistero appunto, di cui esistono ancora tracce della vasca e del pozzo di raccolta delle acque (al centro).